«Comincia la battaglia
per le preferenze»
di Francesco Camozza [30 luglio 2008]
Lo ha annunciato il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, conversando a margine della direzione nazionale del partito con i giornalisti: «Avvieremo una sottoscrizione popolare per reintrodurre il sistema delle preferenze nella legge elettorale nazionale. Non c’è, infatti, meccanismo peggiore che pensare ad una classe politica nominata dall’alto». Una battaglia quella di Casini che si affianca a quella promossa dal segretario Lorenzo Cesa che nella sua relazione ha affermato: «Il nostro orizzonte deve essere quello di creare, anche in Italia, un bipolarismo virtuoso, dove i governi poggino su coalizioni stabili e operose perché costruite su scelte condivise e non su uno stato di necessità. Devo dire sinceramente di credere poco alla formazione di un terzo polo». E venendo al tema delle alleanze, Cesa ha aggiunto: «A chi ci accusa di essere ambigui, rispondo che noi non siamo equidistanti e che non stiamo applicando la politica dei due forni. Noi, semplicemente, stiamo mettendo gli altri alla prova, stiamo ponendo sia il Pdl che il Pd dinanzi alle loro responsabilità, per capire dove e con chi sia possibile costruire un solido futuro per il sistema Paese».
Poi, anche in vista delle elezioni europee del 2009, ha affrontato il tema delle alleanze: «La ricetta che noi dobbiamo proporre è quella di una semplificazione del quadro politico che si concili con la governabilità e con il pluralismo e che per questo si arresti un passo prima di compromettere l’equilibrio democratico». E ha precisato: «Non entreremo mai in coalizioni o governi locali insieme a forze di sinistra». Tuttavia, non ha mancato di aggiungere: «La tornata amministrativa del 2009 sarà di ampie proporzioni e dovrà vederci inseriti necessariamente in una logica di alleanze su tutto il territorio nazionale». D’altronde, anche Pier Ferdinando Casini – parlando a Todi lo scorso fine settimana – aveva detto che “ non siamo mica frati trappisti” riferendosi alla necessità di non rimanere isolati politicamente e di dover scegliere (“caso per caso”) con chi stringere alleanze. Sul dialogo con il governo Berlusconi Cesa ha nuovamente ribadito la posizione del partito «che è anzitutto di disponibilità a quelle riforme e a quegli interventi strutturali di cui il paese ha assoluto bisogno per uscire dalla difficoltà in cui si trova.
Sta in questo la nostra “opposizione repubblicana”, nella capacità di distinguere tra le cose che non vanno e sulle quali bisogna dare battaglia a maggioranza e governo, e quelle che invece vanno sostenute, senza ipocrisie e senza pregiudizi, nell’interesse esclusivo del paese, anche se a proporle è Berlusconi. È proprio per questo che abbiamo confermato, di recente, la nostra disponibilità a concorrere ad una seria riforma della giustizia o a misure intelligenti a favore della sicurezza degli italiani».
Poi si è soffermato sul futuro del partito e sul suo rapporto con i movimenti che hanno dato vita al gruppo parlamentare dell’Unione di Centro e che si stanno preparando ad una fase costituente: «Io sono segretario nazionale dell’Udc - ha affermato - e mi trovo per questo, come tutti voi che di questa forza siete la classe dirigente, a ricoprire un duplice, delicato ruolo: rappresentare uno dei cinque partiti sopravvissuti al cataclisma elettorale di aprile, ma essere anche al vertice della forza politica che ha avviato e sostiene il processo costituente per andare oltre se stessa e creare qualcosa di nuovo nel panorama politico italiano».
Cercare, quindi, qualcosa di nuovo nel panorama politico italiano è l’obiettivo che l’Unione di Centro si deve porre. «In questo senso – ha poi affermato Cesa - mi pare di poter sottolineare la presenza di elementi di difficoltà tanto nel Pdl quanto nel Pd che certamente non vanno enfatizzati, ma che danno un senso più concreto al percorso dell’Udc per rafforzare se stesso e procedere verso la Costituente di centro». D’accordo con il segretario politico anche il leader dell’Unione di centro Pier Ferdinando Casini che, conversando con i giornalisti prima della direzione nazionale del partito, ha anche annunciato che avvierà «un’iniziativa estiva, una sottoscrizione popolare per reintrodurre il sistema delle preferenze nella legge elettorale nazionale» ed in tal senso ha aggiunto che «non c’è meccanismo peggiore che pensare ad una classe politica nominata dall’alto». A chi gli chiedeva, infine, un’opinione sulla ventilata reintroduzione dell’immunità parlamentare Casini si è detto «perfettamente d’accordo con i presidenti Gianfranco Fini e Renato Schifani: non è questo il problema degli italiani».
Poi, anche in vista delle elezioni europee del 2009, ha affrontato il tema delle alleanze: «La ricetta che noi dobbiamo proporre è quella di una semplificazione del quadro politico che si concili con la governabilità e con il pluralismo e che per questo si arresti un passo prima di compromettere l’equilibrio democratico». E ha precisato: «Non entreremo mai in coalizioni o governi locali insieme a forze di sinistra». Tuttavia, non ha mancato di aggiungere: «La tornata amministrativa del 2009 sarà di ampie proporzioni e dovrà vederci inseriti necessariamente in una logica di alleanze su tutto il territorio nazionale». D’altronde, anche Pier Ferdinando Casini – parlando a Todi lo scorso fine settimana – aveva detto che “ non siamo mica frati trappisti” riferendosi alla necessità di non rimanere isolati politicamente e di dover scegliere (“caso per caso”) con chi stringere alleanze. Sul dialogo con il governo Berlusconi Cesa ha nuovamente ribadito la posizione del partito «che è anzitutto di disponibilità a quelle riforme e a quegli interventi strutturali di cui il paese ha assoluto bisogno per uscire dalla difficoltà in cui si trova.
Sta in questo la nostra “opposizione repubblicana”, nella capacità di distinguere tra le cose che non vanno e sulle quali bisogna dare battaglia a maggioranza e governo, e quelle che invece vanno sostenute, senza ipocrisie e senza pregiudizi, nell’interesse esclusivo del paese, anche se a proporle è Berlusconi. È proprio per questo che abbiamo confermato, di recente, la nostra disponibilità a concorrere ad una seria riforma della giustizia o a misure intelligenti a favore della sicurezza degli italiani».
Poi si è soffermato sul futuro del partito e sul suo rapporto con i movimenti che hanno dato vita al gruppo parlamentare dell’Unione di Centro e che si stanno preparando ad una fase costituente: «Io sono segretario nazionale dell’Udc - ha affermato - e mi trovo per questo, come tutti voi che di questa forza siete la classe dirigente, a ricoprire un duplice, delicato ruolo: rappresentare uno dei cinque partiti sopravvissuti al cataclisma elettorale di aprile, ma essere anche al vertice della forza politica che ha avviato e sostiene il processo costituente per andare oltre se stessa e creare qualcosa di nuovo nel panorama politico italiano».
Cercare, quindi, qualcosa di nuovo nel panorama politico italiano è l’obiettivo che l’Unione di Centro si deve porre. «In questo senso – ha poi affermato Cesa - mi pare di poter sottolineare la presenza di elementi di difficoltà tanto nel Pdl quanto nel Pd che certamente non vanno enfatizzati, ma che danno un senso più concreto al percorso dell’Udc per rafforzare se stesso e procedere verso la Costituente di centro». D’accordo con il segretario politico anche il leader dell’Unione di centro Pier Ferdinando Casini che, conversando con i giornalisti prima della direzione nazionale del partito, ha anche annunciato che avvierà «un’iniziativa estiva, una sottoscrizione popolare per reintrodurre il sistema delle preferenze nella legge elettorale nazionale» ed in tal senso ha aggiunto che «non c’è meccanismo peggiore che pensare ad una classe politica nominata dall’alto». A chi gli chiedeva, infine, un’opinione sulla ventilata reintroduzione dell’immunità parlamentare Casini si è detto «perfettamente d’accordo con i presidenti Gianfranco Fini e Renato Schifani: non è questo il problema degli italiani».
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